Regione Siciliana (Apre il link in una nuova scheda) Libero Consorzio Comunale di Enna (Apre il link in una nuova scheda)

Quando la voce di Assoro diventa POESIA...

Sei un appassionato di poesia ? Adesso puoi condividerle!! Rubrica destinata alla pubblicazione di poesie,racconti o storie... Per la pubblicazione contattare l'Assessore Marilena Armenio

Descrizione

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"QUANNU LU ROSETU RISCIURISCI" di Pino Tamburella

"QUANNU LU ROSETU RISCIURISCI"
Era na rosa accussì bedda , ca appena sbucciata,
li so stissi fogghi ammucciavanu li spini,
ma, a malappena cci spuntau lu suli na matina,
subitu si sbuttunau la vistina.
Arriva l'Autunnu, accussì malinconicu e strudusu,
ca fa siccari li fogghi macari chiddi dintra lu purtusu,
faciannuli divintari cchiù arrappati e ccu na sula
prisenza di l'Estati.
Cuamu ppi n'cantisimu, cci cumpariaru li spini,
ca sanu fari mali cchiù iddi, ca tutti li me peni,
ma, duappu 'nsiccarusa mi la vozi sarbari,
cuamu ricuardu di tutti li me Estati già svanuti.
Pacjanzia... Si nunn'è sciaurusa (chjarususa) comu prima,
macari spampinata e ccu tutti li so spini, riasti sempri
tu la me rosa preferuta, unica vera speranza di la me vita.
Si sapi ca la Primavera fa germogliari la natura,
ora ca sti germogghi sunu i figghj di la me stissa rosa,
"Allura.....siti li figghi di li me figghi! "
Oh niputiaddi mia! Trasiti, trasiti, ca la me casa
in un veru rosetu prufumatu m'atu trasfurmatu!

05/11/2014 PINO TAMBURELLA

AD OCCHI APERTI di Pino Tamburella

Vuota d’una presenza gelida,
a riempir questa mia vita inutile.
Anche inventar per te volevo,
speranze e palpiti di gioia.
Fra sguardi dolci e penetranti,
capaci d’aver tutto
e poi soffrire il niente.
Si forse sarà l’amore
il massimo del bene avuto.
A volte anche ben recitato,
da chi persino odiato e
non da tutti riconosciuto.
Soffrir d’amore no, non è fatica,
ma l’unico regalo che ti può
restituir la vita.
19/02/1983
Pino Tamburella

AMARE PER NON AMMALARSI di Pino Tamburella

Troppa miseria e tanta allegria,
con poche briciole s’affrontava una via.
Or che le briciole sono diventate pane,
ci manca il sorriso e con molte pene.

E’ già Primavera, la natura è malata,
c’è molta afa e non si trova l’estate.
Tutto diverso già molto inquinato un
grazie al progresso, c’è lo ha suggerito.

Cibi prescelti confezionati, per anni interi
ben conservati, troppi i veleni da custodire.
Il frutto appeso è sempre goloso, ma,
“ATTENTI AI VELENI”è pericoloso.

Se gli animali lo ha già capito,”attenti a chi
allora ”? Forse tu lo saprai !
difendi la salute, mangia come prima, se non
vuoi cercar guai!
18/02/92
Pino Tamburella

AMOR PATERNO di Pino Tamburella

Mentre la nostra vita percorre il suo sentiero e i battiti
cronologici della vita che s’alternano con le amarezze del
nostro prezioso tempo passato alla conduzione della vita.

Che brutta partenza sarà la fine di ogni permanenza
nell’immenso suo creato, ma ci rassegna il percorso
vero ed affettuoso che ci ha dato la vita.

Nel ricordarci quella tua tiepida manina, che, ci
accompagnava nella tua splendida crescita, che oggi tu,
con la stessa temperatura accompagni i tuoi figli,

Con gran passione ti sei fatto adottare dall’onorata e
“ Benemerita arma ”, seguito l’amor per la famiglia
che ti impegna la più bella parte restante.

Onorati per l’impegno che trasferisci alla tua famiglia
come bene più importante, assieme a quello della tua
onorata “Arma”.

Ma non dimentichiamo che, resti sempre il bene più
importante della nostra vita, sei stato adottato, ma,
l’amore della nostra famiglia “ Non ti ha mai mollato ”.

09/11/2015 Pino Tamburella

AUTUNNO di Pino Tamburella

* Autunno, mentre il tutto si veste di malinconia,
come foglie al vento, anche i villeggianti si
porta via.
* Anno dopo anno, ch’è noia!
Dove lasciasti quella tua carica possente!
A volte ti bastava ben poco per vivere tranquillo,
* Oh uomo di oggi.
Ora basta!
* Dov’è nascosto quel tuo orgoglio?
Non vedi che il progresso ti stressa,
ed il buon umore s’abbassa,
* non accusar l’autunno che
t’intristisce la vita, ma, sei tu
che intristisci l’autunno!
* E come orfano d’una società quasi smarrita,
svegliati, non vedi che ti manca il giusto valore
per poterla chiamar “Bella vita”.

04/07/10 Pino Tamburella

COME VORREI di Pino Tamburella

Come vorrei poterti dire
quello che il tempo
non maturò mai.
Tutto fu come sogno inaridito
e cercar l'acqua
quando non c'è più sete.
Fu tutto come soffio al vento ?
O come polline di simpatia,
a soffocare l'aria
e non andar più via.
02/10/81
Pino Tamburella

LA MIA TRINACRIA di Pino Tamburella



N.B. (Traduzioneapprossimata)
1) Era una sera d’estate, 1)era na sira d’estati,
il cielo avvolto in una corona di stelle, u cialu ncudduriatu a na curuna di stiddi,
con la luna già vestita a festa, ccu la luna già vistuta a festa,
pronta a mostrar la sua fioritura, pronta a mustrari a so sciuritura,
come se fosse ancor Primavera. cuamu si fussi ancora Primavera.
2) Ma ad un tratto si sentì un fischio 2)Ma all’improvvisu si ‘ntisi un fischiu
quasi palpitante, quasi palpitanti,
sì..era proprio il fischio di un treno sì..era propriu u fischiu di un trenu
ad aspettar… chissà? quanta povera ca aspettava…cu ni sapi? Quantu poviri
gente stava chiamando per andare pirsuni stava chiamannu ppi ghjri
in cerca di fortuna. ‘ncerca di furtuna.
3) Solo tu puoi salvarci! 3)Sulu tu ni po sarbari!
“O nostra madre terra”, “O nostra matri terra”,
non far partir quel treno ti prego. nun fallu partiri ddu trenu ti pregu.
E lentamente, lentamente, E alliagiu, alliaggiu,
il treno va scomparendo, u trenu va scumpariannu,
lasciando non solo silenzi, lassannu nun sulu silenziu,
ma qualche pensiero in più. ma corchi fastornu di cchjù.
4) Mmah!… a volte ci piaci 4)Mmah!…certi voti ni piaci
anche così come sei macari accussì cuamu sì,
ma non può bastar la sola arietta ma nun po’ abbastari a sula arietta
salubre per vivere tranquilli. pura ppi campari tranquilli.
5) Sei così pura e bella, 5)Si accussì pura e bedda,
come se fossi tu l’unica stella, cuamu si fussi tu l’unica stidda,
sei di una bellezza quasi rara, si di na biddizza quasi rara,
che da ogni angolo ti voglian pittare. ca di ogni anculu ti vulissimu pittari.
Perché lasciarti sola ai villeggianti, Pirchì lassariti sula e villeggianti,
mentre i tuoi veri figli sono emigranti? mentri i to veri figghi sunu emigranti?
6) E nessuno parla! 6)E nuddu parra!
C’è chi non parla per paura, C’è cu nun parra ppi paura,
c’è chi resiste e non protesta, c’è cu resisti e nun prutesta,
mentre chi tiene le redini fan festa! mentri cu teni li riàtini fanu festa!
7) Che colpa abbiamo noi 7)Cchj curpa avimu numautri
se non siamo nati tutti a Torino, si nun nascuammu tutti a Turino,
Milano o Roma. Milanu o Roma.
8) Beh!…non siamo Romani, 8)Beh!…nun simu Romani,
ma non ci vergogniamo, ma nun ni vriugnamu,
siamo orgogliosi lo stesso………. simu orgugliusi o stissu………….
perché siamo SICILIANI………. pirchì simu SICILIANI…………
28/05/86
Pino Tamburella
PREMIO LETTERARIO MISTIC-ROSE
PER LA SEZ. IN LINGUA (Vernacolo siciliano)
2° PREMIO ASSOLUTO
Presso la sala convegni,
della scuola media “Costanzo”
Viale S. Panagia (SR)
SIRACUSA, 12- GEN. 2007
















NEL MIO SCRIGNO di Pino Tamburella

Ancor oggi ti svegli più bella,
con il vecchio nome
di “ Monte la stella.”
Che per millenni poggi in collina,
fra grappoli d’uva e spighe di grano,
la tua civiltà è grande saggezza,
che fa da cornice alla tua bellezza.
Anche i tuoi figli da molto lontano
sfoggiano orgoglio per starti vicino,
e degni figli dell’amor tuo.
Con aria pura sempre accogliente,
pronta ad accogliere l’amico più
distante.
12/03/85
Pino Tamburella

Nel ricordo di un grande. “LUCIO DALLA” di Pino Tamburella

All’improvvisa scomparsa d’un mito come Dalla,
anch’io ho voluto raccoglier le sue più grande doti,
dell’uomo umano e generoso, non trascurando
minimamente la sua splendida carriera musicale e
di gran poeta.

L’unico capace d’esternare il suo vero amore per
l’amore, in una società dove, “non c’è più posto per
i veri sentimenti”.
Forse gli dobbiamo delle scuse, per non aver saputo
ben recepire i suoi messaggi, ma siamo gli unici
beneficiari d’un’eredità musicale quasi insostituibili.

Sicuri che la sua umiltà, entrerà d’obbligo nella
storia dei grandi, con esclusiva capacità d’autore
e come gran comunicatore di fede, e che nel silenzio,
ci sarai sempre presente…………ma ci mancherai!
Ciao Lucio.
4 Marzo 2012 Pino Tamburella

PER AMOR DELL’AMORE di Pino Tamburella

Ho chiesto alla vita di poter continuar,
solo per amor dell’amore,
ma, distratta anch’essa di sua realtà e
vittima incompresa, per quando…non si sa?

E come orfana d’ogni speranza, vuole decollar,
ma il tempo va, mentre nel silenzio si gode un
tenero battito d’un cuor spezzato, che mai nella
vita può risanar.

Solo per amor dell’amare, chiesi alla vita,
di non dimenticare, ma di aiutarmi a vivere
fino all’ultimo respiro,all’insegna d’un’amor
grande e profondo, ma bello come il mare.
25/05/07
Pino Tamburella

SENZA DOVERSI VERGOGNARE di Antonino Gnolfo

Senza doversi vergognare

Nei giorni delle pene
non piangono i vecchi poeti;
nei giorni delle pene
raccolgono i lamenti
ed aiutano i deboli
a sollevare la testa.
Raccontano piedi
che calpestano
dignità d'uomo
e discorrono coi figli
di stagioni vissute da liberi.
Nei giorni delle pene
covano libertà tra le pagine
che tracciano la rotta del futuro
disegnando la vita.
Nei giorni delle pene
nascondono ai potenti
il sogno dei bambini
che torneranno domani
a vivere liberi finalmente!
Liberi dall'inganno
dell'illecito che avvelena.
Liberi d'esercitare
il diritto senza ringraziare.
Liberi d'operare le scelte
che sentono giuste.
Liberi d'amare e sognare
senza mentire.
Liberi di guardare negli occhi
i vecchi poeti
senza doversi vergognare.

(Antonino Gnolfo)
13 dic 2006

SOGNI MAL VISSUTI di PIno Tamburella

Nascere da un bel sogno è come realtà,
accorgersi che il vuoto attorno non da serenità.
Ancor profumati di felicità, qualcosa non và !
Se il sogno è solo sogno, il profumo dove sta?
Il gioco d’avventura, in amore è povertà
e che mai, a nessuno ha dato felicità.
E come prigioniero di tua libertà, ci fa
cercar nei sogni, la pura verità.
27/04/94
Pino Tamburella

SPERANZE DA ABORTIRE di Antonino Gnolfo

SPERANZE DA ABORTIRE

Bianchi pallidi volti
cercano sguardi
d'occhi impauriti

Strazi di gente
che non vive
e non riesce a morire
travolgono pensieri inerti
e simulacri
ritti e impietriti
come fagotti
trascinano speranze
da abortire sui campi

L'anime volano;
vivranno i corpi
un pò di tempo
ancora

U ME PAISIADDU di Pino Tamburella


Intra a na terra ‘ncurniciata e mari,
china di meravigghi, ca rallegra lu cori.
Arruccatu atturnu a lu “Munti la Stidda”,
c’è nu bellu paisiaddu, “ASIRU”chiamatu.

Culla di bedda storia scanusciuta,
e di tanti villeggianti ben vuluta.
Cuamu na cometa illumini i nuttati,
terre fucusa, è truappu sfurtunata.

Nugne ppi mmidia, ma, “ ni ardi lu cori ”,
daveru un continenti riccu putia addivintari,
si cu cumannava, li cunti giusti ni sapia fari.
Ccu tantu suli ‘nfucatu, e tantu mari disiatu,
mancu attarantati do carrettu avissimu
nisciutu
Terra di civiltà è gran saggizza,
ca fa di gran curnici a so biddizza.
Terra d’agricoltora, surfarara, e
Tanti cummircianti sparsi feri feri.

Sempri accoglienti ccu li so villeggianti,
e li so figghi sparsi ‘ntutti i cuntinenti,
sfoggiannu orgogliu contenti e fistanti,
p’aviri quantu abbasta e nun disiari nenti.
Chistu forsi mancu “San Piatru lu sapia”,
se nò? Puru lu paradisu di la nostra terra
trasfiria!

10/10/10 Pino Tamburella

U PROGRESSU di Pino Tamburella

1) Cchi fussi bellu,
dormiri tranquilli ccu la panza china e
arrisbigghiarisi senza pinzera ogni matina.
2) E pinzari ca…
primu si muria di fami ppi nunn’aviri nenti,
ora si mori a surprisa, senza capiri cchiù nenti.
3) Però simu contenti!
E cuamu tanti mriachi, di stu vili prugressu
assaltatori, ca scava d’intra a li sacchetti tutti l’uri,
scippannu sordi a tutti, senza mancu pipitari.
4) Faciunnu manciari e vestiri, a sò piaceri,
puru ccu senza sordi,“basta sapiri firmari,
faciannucci ammalari prima di mmicchiri,
però (simu alla moda), cchi bella vita ah ?…..
5) Cchi confusioni quannu s’accattari, tuttu
cchjù bellu fanu appariri e ccu picca sustanza
a tutti fanu mpazziri!
Si daveru tranquilli vulimu campari,
circamu di fari li passi cchjù curti, si nun vulimu
tummariari.
28/08/05
Pino Tamburella
N.B. (Traduzione approssimata)
(1) Ch’è fosse bello, dormire tranquilli con la pancia piena e risvegliarsi
senza pensieri ogni mattina,
(2) e pensare….che prima si moriva di fame per non avere niente,
ora si muore a sorpresa senza capire più niente,
(3) però siamo contenti ! E come tanti ubriachi, schiavi di questo vile progresso
assaltatore, che scava dentro le tasche tutte l’ore, scippando i soldi a tutti,
senza nemmeno brontolare.
(4) Facendo mangiare e vestire, a suo piacere, pure con senza soldi,
“basta sapere firmare”, facendoci ammalare, prima di invecchiare,
però ”siamo alla moda”, che bella vita ah?……
(5) Che confusione quando si deve comprare, tutto più bello fanno apparire
e con poca sostanza a tutti fanno impazzire!…Se davvero tranquilli
vogliamo vivere, cerchiamo di fare i passi più corti, se non vogliamo
ribaltare.

VULISSI TURNARI AD ASARU di Antonino Gnolfo

Vulissi turnari ad Àsaru
p'arricurdarimi
quann'eru carusu,
pp'acchianari
a pedi d'a Scalidda
comu quannu
turnava d'i Serri
e purtava
du' panara di ficu.
Di Santa Catarina,
vaneddi vaneddi,
p'arrivare
'u Casteddu 'nta nenti
e vìdiri darreri 'i purtuna
ddi bagghi ccu 'i scali,
ddi jusa ccu 'i staddi
e ddi sterni c'ormai
su' senz'acqua.
Passannu di l'Angili
tuccari San Vrasi,
n'a chiesa d'e' tanti,
radicata d'amuri,
radicata d'affanni,
ca su' tant'anni
ca nun campa e nun mori.
Ddi carusi di tannu,
ca jttavanu petri,
su' tutti luntanu:
girannu girannu
corcunu cchiù stancu
'nt'u Carminu 'u 'ncontru

Antonino Gnolfo

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